Gli anni 60

I “favolosi” anni ’60 sono stati davvero mitici anche con riferimento alle corse automobilistiche: accanto a vetture da sogno, di bellezza e fascino eccezionali (che oggi sono ricercatissime ed hanno un valore inestimabile, mentre all’epoca, quando diventavano vecchiotte, spesso venivano rottamate dai proprietari!), si vedevano regolarmente al via vetture e vetturette elaborate davvero “in famiglia”, a volte usate dai proprietari per fare la spesa o andare al lavoro e che a fine settimana, magari con qualche ritocco estetico, diventavano “auto da corsa” (le virgolette sono d’obbligo): addirittura non era infrequente che si utilizzassero in gara le stesse macchine con le quali si trainava il carrello di un’auto più corsaiola dello stesso proprietario (che così gareggiava e si divertiva due volte) o di qualche amico o parente. Passione e divertimento erano le parole d’obbligo: il resto veniva dopo anche se, per i piloti impegnati con auto più competitive ed adeguatamente elaborate, l’agonismo sussisteva comunque, sia pure in modo molto meno esasperato di oggi.

Gli autori di questi racconti erano troppo piccoli all’epoca, specie con riferimento alle edizioni dei primi anni 60, per poter fornire oggi testimonianze dirette precise delle edizioni di tale decennio, ma la documentazione storica e fotografica di cui con pazienza e fatica sono riusciti a fornirsi è stata più che sufficiente e comunque molti ricordi e “flash” di particolari episodi, auto, piloti, incidenti, “numeri” ed emozioni varie, vissute fin da allora con intensità e trasporto, sono rimaste scolpite nelle loro ormai non più giovanissime menti…

Battaglie sportive epiche hanno caratterizzato in quegli anni la Monte Erice: piloti dalla classe cristallina come i vari Vaccarella, Todaro, Boffa, “Noris”, Latteri, Capuano, Venturi, Gambero, Coco e tanti altri protagonisti di grande talento, in gara magari con vettture meno performanti ma non per questo meno lodevoli, hanno scritto pagine indelebili di storia agonistica della nostra gara ed il decennio si è concluso nell’edizione del 1969, con la vittoria del compianto Angelo Giliberti “Bitter”, che, insieme all’appena scomparso Eugenio Renna alias “Amphicar”, diventerà uno dei due protagonisti assoluti della Monte Erice nella prima metà degli anni ’70.

Concludiamo questa introduzione agli anni ’60 ricordando che, a parte quelle del 1964 e del 1966 – vinta dal compianto pilota veronese Giacomo Moioli in arte “Noris”, anche grazie al boicottaggio dei piloti della gloriosa e purtroppo da tempo defunta Scuderia palermitana “Pegaso”, di cui daremo ampiamente conto nella sede opportuna – tutte le edizioni di questo decennio della Monte Erice sono state vinte da piloti palermitani, che ogni anno partecipavano alla gara davvero in massa, pur non mancando mai adeguate rappresentanze di piloti provenienti da tutte le altre provincie siciliane, principalmente residenti nelle tutt’altro che vicine provincie di Catania, Messina e Siracusa, ma anche da oltre stretto le presenze erano spesso rilevanti e di grande qualità, sia grazie alla validità attribuita annualmente alla corsa per il Trofeo Nazionale della Montagna e spesso, limitatamente ad alcune classi, per il relativi Campionati Italiani di categoria, sia per la bellezza della zona e l’elevato gradimento che la gara riscuoteva sistematicamente.