Enrico Grimaldi prende il via dell’edizione del 1975 con la March BMW S75
Adesso i nostri ricordi sono decisamente più nitidi e possiamo tranquillamente affermare che consideriamo questo decennio, ancorchè ormai lontano, come quello più bello: d’altra parte non siamo i soli a pensarla così, essendo veramente molti gli appassionati e gli addetti ai lavori che hanno vissuto tale epoca e la ricordano come la più entusiasmante, affascinante e purtroppo ormai irripetibile di tutta la storia delle corse automobilistiche su strada.
Gli anni ’70 hanno inoltre rappresentato un’epoca di grande cambiamento e transizione, che ha visto il passaggio dal precedente periodo un pò “ruspante” e “garibaldino” ad un periodo in cui la professionalità, il livello di preparazione delle auto e, purtroppo, anche i costi, sono cresciuti in maniera rapida ed espotenziale: basta pensare che nei primi anni ’70 dominavano ancora vetture come la meravigliosa Abarth 2000 Sport (le mitiche quattro fari), per poi veder spuntare rapidamente le inglesi Chevron, Lola e March, mentre già a fine decenio le mattatrici delle salite erano diventate auto di concezione e linea decisamente più moderna come le Osella PA/5, PA/6 e PA/7. Inoltre gli anni ’70 hanno visto un deciso aumento delle misure di sicurezza grazie all’introduzione sia dell’obbligo di usare le tute ignifughe e caschi omologati per i piloti, sia dei roll-bar per le vetture di tutti i gruppi e le classi.
Dopo le prime apparizioni sul finire del decennio scorso, prendono piede e si affermano subito, per i piloti con portafogli non molto gonfi, le categorie riservate alle vetture “di serie” (i mitici gruppi 1 e 3), con notevole incremento sia dello spettacolo che del numero di partecipanti alle varie corse, esclusa purtroppo, almeno nei primi anni ’70, la Monte Erice, essendo stato stabilito dagli organizzatori dell’epoca, forse per essere tutti a casa all’ora di pranzo, il tetto massimo dei 150 iscritti, che poi si riducevano, alla domenica, a poco più di un centinaio di partenti effettivi…
Il decennio di cui ci stiamo occupando ha visto anche la progressiva uscita di scena di auto bellissime ed indimenticabili come le Fiat 1100, le Alfa Romeo Giulia e Giulietta, le “mitiche”, varie versioni di Abarth berlinetta monoalbero, bialbero e “barchetta”, le Simca Abarth, le Abarth OT e via elencando, sostituite da vetture di concezione molto più moderna come le altrettanto belle AMS, Dallara, Abarth Osella, Alfa Romeo GT e GTA, Lancia Fulvia e Stratos, Porsche Carrera gr. 4, per poi concludersi con l’introduzione delle magnifiche, “cattive” ed incredibilmente veloci auto del gr 5, dalle appendici aerodinamiche talvolta decisamente eccessive ma sempre di grande fascino.
Erasmo Bologna nel 1974 con la splendida Lancia Fulvia Zagato
Infine va segnalato il protrarsi del dominio quasi assoluto dei piloti palermitani: Enrico Grimaldi, vincitore nel 1978, è stato l’unico pilota non palermitano ad aggiudicarsi la gara negli anni ’70 e la Scuderia Pegaso, definitivamente sciolta, è stata degnamente sostituita dalla Scuderia Ateneo, anch’essa con sede a Palermo, che tutt’oggi miete successi in Italia e anche in Europa, anche se quasi nessuno dei suoi principali portacolori di oggi è residente nel capoluogo isolano.
Felice Fatebene è stato un simbolo degli anno 70 per gli appassionati del trapanese
Pasquale Fortuna porta ad Erice la sua Abarth Osella PA/2